Gente che scrive male: Ilvo Diamanti

All’inizio del 2017 fu diffuso un manifesto sull’insegnamento della lingua italiana i cui estensori e firmatari lamentavano la pessima qualità dell’italiano scritto degli studenti italiani al termine del ciclo di istruzione secondaria. Il documento del Gruppo di Firenze – questo il nome che assunsero gli autori – suscitò giustamente un certo dibattito. Tra i firmatari c’erano sia studiosi dei quali ho molta stima, per esempio Pietro Beltrami, sia persone che, al contrario, non stimo. Penso a Ernesto Galli della Loggia, su posizioni ai miei antipodi fin dalla Guerra del Golfo del 1991, oppure a Paola Mastrocola. Personalmente rimasi molto scettico riguardo alle idee e alle proposte del Gruppo di Firenze, che mi sembravano il frutto della riflessione di persone sostanzialmente estranee al mondo scolastico e invece concentrate esclusivamente su quello universitario. Non è un caso che tra le firmatarie con esperienza nel mondo della scuola ci fosse proprio Paola Mastrocola, che, più che per idee reazionarie sul mondo della scuola, si è spesso distinta per l’atteggiamento peggiore che può avere un insegnante: il risentimento. Detto senza troppi giri di parole: Paola Mastrocola sembra la proverbiale insegnante di liceo classico che disprezza i propri alunni che non la stanno ad ascoltare e che non si meritano una come lei che si meriterebbe ben altri studenti, come minimo degli universitari.

Ma non è di Mastrocola che volevo scrivere, bensì di un serio e stimabile professore di sociologia che quando scrive sui quotidiani usa uno stile molto particolare, esasperatamente nominale. Non è che lui non sappia scrivere, infatti nei suoi libri usa uno stile diverso e infatti ho parlato di “stile”, cioè di qualcosa che prevede una scelta consapevole delle parole e della sintassi. L’anno scorso, in due libri che ho letto con piacere, il sociologo è stato presentato sia come modello di interessanti scelte linguistiche (Francesco Sabatini), sia come esempio di uso grottesco dello stile paratattico e nominale (Claudio Giunta). Altre interessanti osservazioni si trovano in questo pezzo sul sito della Treccani.

Io, più modestamente, a febbraio del 2017 scrissi questa cosuccia.

Tra i 600 docenti firmatari dell’appello sulla pessima conoscenza della lingua italiana da parte degli studenti italiani c’è anche Ilvo Diamanti, proprio quello che scrive sulla “Repubblica”, proprio uno dei peggiori stupratori della sintassi. Per carità, certi miei alunni scrivono peggio di Ilvo Diamanti; anche Adriano Sofri scrive peggio di Ilvo Diamanti, ma Diamanti firmatario di un appello in difesa della lingua ha la stessa autorevolezza del sottoscritto come insegnante di danza di Roberto Bolle.
Qui sotto riscrivo il mio post così come lo avrebbe scritto Diamanti.

C’è anche Ilvo Diamanti. Tra i firmatari. Dell’appello sulla pessima conoscenza della lingua italiana. Da parte degli studenti italiani. Ilvo Diamanti. Proprio quello che scrive sulla Repubblica. Che stupra la sintassi. Lui. Non la Repubblica. Per carità. C’è. Chi scrive peggio. Certi miei alunni. Anche Adriano Sofri. Ma Diamanti firmatario. Di un appello. In difesa della lingua. Italiana. La mia stessa autorevolezza. Di maestro di danza. Di Roberto Bolle.

5 pensieri riguardo “Gente che scrive male: Ilvo Diamanti

    1. Grazie, mi fa piacere che ti sia divertita.
      Una curiosità: dai tuoi “like”, dei quali ovviamente ti ringrazio, deduco che tu abbia letto dei post che però WordPress non mi segnala che sono stati letti. Sai mica quale potrebbe essere la ragione? Non che sia una cosa fondamentale, ma giusto per sapere.

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      1. Di preciso non so, ma posso dirti che nel 95% dei casi leggo e commento i vari post direttamente nel Reader, senza aprire la pagina del blog vera e propria.
        Anche se dovrebbe conteggiare pure quelle visite, secondo me 🧐

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