Ho riletto una breve nota che avevo scritto due anni fa quando visitai il Memoriale del World Trade Center a New York. Visto che continuo a essere d’accordo con ciò che scrissi, ripubblico qui.


Il monumento in memoriam a Ground Zero è davvero emozionante: 2 enormi voragini quadrate nere nelle quali l’acqua precipita. A colpire non sono i nomi delle vittime incisi lungo i perimetri (a dir la verità li ho notati solo in un secondo momento), ma la visione del memoriale da terra. Al centro delle voragini, infatti, se ne trovano due più piccole delle quali non si vede il fondo. Quei buchi potrebbero essere anche infiniti, evocano un abisso di male che inghiotte tutto. Certo, basterebbe salire su uno dei tanti grattacieli intorno per vedere che le due buche centrali hanno una fine, ma quel che conta è la vista da terra. Intorno a questo monumento straordinario tutto il resto viene in secondo piano: la Freedom Tower è incredibile, altissima, altri grattacieli sono altissimi e per me molto belli (non so se la passione per i grattacieli sia una mia debolezza); il Museo merita la visita, ma inevitabilmente suscita domande sui confini della morbosità; così come suscitano interrogativi i lussuosi negozi sotto la stupefacente colomba di Santiago Calatrava.




Molto belle anche le foto, non sapevo nulla di questo Memoriale.
Interessante l’osservazione sui confini della morbosità.
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Grazie, in realtà sono un incapace con la macchina fotografica, il merito è tutto di New York, che è una città stupefacente. Quanto alla morbosità, sono stato un vile e ho solo accennato all’argomento senza avere il coraggio di approfondirlo. A mia discolpa posso dire che si tratta di poche righe buttate giù al telefonino la sera stessa in albergo.
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