Le infamie scritte da Salvini erano largamente prevedibili: il suo lavoro è quello dello sciacallo e da quando è all’opposizione è un mestiere che può svolgere senza le remore che, a una persona normale e persino subnormale, deriverebbero dal ruolo istituzionale. Per chi non lo sapesse, l’ex-ministro ha scritto “A furia di pensare solo agli immigrati, il sindaco Orlando dimentica i cittadini di #Palermo: basta un temporale e la città finisce sott’acqua.” Una porcheria che rientra nella media delle sue porcherie.
Alcuni – non io che sul personaggio mi ero già espresso – potrebbero stupirsi invece di ciò che un giornale come “la Repubblica” pubblica oggi sulla tragedia che ha colpito Palermo. Sulla penultima pagina, ma l’ultima contiene solamente pubblicità, appare, come accade a giorni alterni, un breve corsivo di Francesco Merlo.
Io lo so che fare il giornalista è un mestiere complicato: devi scrivere in fretta di cose delle quali spesso sai o capisci poco o niente. Una certa, inevitabile, ignoranza è consustanziale al lavoro del giornalista, forse addirittura aiuta, perché chi non sa si fa domande e fa domande per capire qualcosa e riuscire a spiegarlo ai lettori. Il giornalista ignorante alla Francesco Merlo però è supponente e si crogiola nella sua ignoranza, non cerca di colmarla, ma su di essa erige le sue opinioni. Sì, perché se vogliamo essere precisi, i “Cucù” di Merlo non sono un prodotto giornalistico, ma opinionistico.

Merlo esordisce con una variazione sul tema del piove, governo ladro: “Annegare nell’auto, nuotare nel fango: i meteorologi non avevano previsto la pioggia che ha inondato Palermo.” Poi continua con una constatazione lapalissiana: “Solo ora che l’hanno misurata dicono che non pioveva così da 200 anni”. In effetti, prima sarebbe stato più difficile misurare i millimetri di pioggia (se vogliamo dirla tutta, 200 anni fa nessuno li misurava). Poi arriva la constatazione che non qualifico “da bar” perché ho rispetto per i baristi e i loro clienti: “il diluvio è sempre acqua passata e le previsioni non sono scienza ma oroscopi”. Conosco non pochi meteorologi, a partire da mio fratello, e nessuno di loro si occupa degli influssi delle costellazioni su piogge e venti. Per Merlo, probabilmente, la scienza e lo studio riescono sempre sconfitti dal sano buonsenso e in effetti lo capisco, perché lui, scrivendo questa roba, si è assicurato una carriera da editorialista prima sul “Corriere della Sera” e poi sulla “Repubblica”. Per concludere:
Meglio la meteoropatia che “sente” il tempo e un proverbio che lo spiega: “Se vedi il sole, non pioverà; se vedi le nuvole, pioverà; se non vedi nulla, sta piovendo”.
Se avessimo dato retta ai reumatismi di Merlo le cose sarebbero andate molto meglio. In effetti lui è di Catania e lì ha piovuto meno che a Palermo.
Credo che a Catania stiano valutando se affidarsi al suo meteorismo per prevedere le prossime eruzioni dell’Etna.

Sempre acuto!
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Grazie Riccardo.
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D’altra parte tu sei sensibile alle questioni meteorologiche
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Quasi maniacale (io).
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