Recensione. L’autobiografia di Di Maio

Suona male fin dal titolo, la mia recensione, con quei due “di” l’uno di seguito all’altro, ma evidentemente la forma vuole adeguarsi al contenuto.

Piemme si è specializzata in autobiografie a molte stelle, così, dopo quella di Casalino, ecco quella dell’ambizioso ministro. In questi giorni potreste imbattervi in recensioni e anticipazioni, perciò ho pensato di evitare ai miei lettori due fatiche: quella di leggere il libro e quella di leggere la recensione. Neanch’io ho letto il libro e non faccio neppure lo sforzo di scriverne la recensione. Se volete, riflettete sul concetto dell’assenza e su Di Maio, altrimenti passate a leggere altro.

Di Maio prepara la sua strategia per il Congresso di Vienna
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11 pensieri riguardo “Recensione. L’autobiografia di Di Maio

  1. Ho letto varie anticipazioni del libro di Di Maio, e quella più succosa riguarda l’imprevedibile nomina di Giuseppe Conte come premier nell’Estate del 2018. Di Maio racconta che Conte fu sostanzialmente un ripiego, perché Lega e Movimento 5 Stelle si erano già accordate per far nominare Giulio Sapelli in una riunione con lui presente; poi la cosa saltò fuori, una radio andò a chiedere conferma a Sapelli e lui, anziché trincerarsi dietro ad un no comment, raccontò i contenuti della riunione in lungo e in largo, compresi alcuni retroscena che qualsiasi persona dotata di buon senso avrebbe tenuto segreti. Questa mancanza di discrezione fece capire a Di Maio e Salvini che Sapelli non era la persona giusta, e quindi ripiegarono su Conte (fonte: https://www.ilriformista.it/di-maio-lautobiografia-al-veleno-sulla-cultura-del-bibitaro-salvini-un-falso-ascesa-di-conte-come-macron-256554/).
    Confesso che leggendo questa notizia mi sono mangiato le mani io per Sapelli, perché trovo davvero inconcepibile che lui si sia bruciato un’opportunità così gigantesca in un modo così stupido. Che ne pensi di questa vicenda e dell’operato di colui che gli soffiò la poltrona?

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    1. Di Sapelli non so niente, ma mi viene da dire “meglio per l’Italia” che si è evitata un Presidente del Consiglio incapace di mantenere il riserbo e “meglio per lui” che ha evitato il rischio di trovarsi a gestire il paese in pandemia.
      Quanto a Conte, il mio giudizio su di lui è condizionato dall’aver partecipato alla commemorazione dei morti del Ponte Morandi che si tenne a Genova in Piazza Deferrari il 14 settembre 2018. Ascoltai un uomo permaloso e vanaglorioso nelle cui parole e toni non percepii la minima partecipazione per una città segnata da una ferita apertissima. Me ne andai prima che finisse di parlare e da allora il mio sentimento sia istintivo sia razionale verso di lui è il disprezzo.

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        1. Polemizzò con vari avversari politici e vantò la tempestività del governo nel preparare un qualche decreto o disegno di legge, o altro, non ricordo più, per sbloccare fondi per Genova. A un certo punto sventolò i fogli che aveva in mano mostrando ciò che era stato approvato o deliberato quella mattina.
          Mi sembrò uno studente preso in castagna che si affretta a mostrare che lui i compiti li ha fatti.
          Tornando a casa incontrai mio padre che se ne era anatomia prima pure lui e che si domandava se Conte lo sapesse che era morta della gente.

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        2. In effetti in quel contesto sarebbe stato meglio assumere un atteggiamento contrito anziché mettersi a fare il gradasso. Ma probabilmente Conte era troppo narciso per capirlo. Grazie per la risposta! 🙂

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