Maturità 2026: commenti preventivi.

Neppure quest’anno mi sottrarrò al luogo comune del commento ai temi della maturità, ma, sperando di fare cosa utile per chi avrà poco tempo per improvvisare riflessioni pensose, preparo già alcuni suggerimenti sia per chi dovrà ideare le tracce da proporre agli studenti, sia per chi dovrà scriverne su siti e giornali, così che tra due anni, ma anche tra uno, non abbiate neppure bisogno di cercare un articolo disgustato di Christian Raimo o di un suo corrispettivo in campo avverso.
Di seguito propongo alcuni abbozzi di tracce seguite dalle doverose stroncature.

  • Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Apprezziamo lo sforzo di proporre un luminoso esempio di prosa novecentesca non linguisticamente neutra, ma nella scuola di oggi in cui gli italiani con genitori nati a migliaia di chilometri da Roma non sono un’eccezione bensì la regola, è pensabile che qualcuno possa comprendere la prosa virtuosistica dell’ingegnere?
  • Poesia di Giovanni Pascoli. Ci si è lamentati per anni di una letteratura che – quando andava bene – sembrava fermarsi poco oltre la metà del Novecento ed eccoci riprecipitati nell’Ottocento con un testo che sarebbe parso antico ai nonni dei maturandi.
  • Italo Svevo, La coscienza di Zeno. Gli italici censori del vizio, i proibizionisti pronti a sgomberare i rave con le ruspe, ma sempre con la cocaina nell’armadietto per i propri vizi segreti, mettono in guardia i maturandi dai pericoli del tabagismo. E fatevi una bella canna!
  • Edoardo Sanguineti, piangi piangi. Piangi, maturando, piangi, ché non ci si capisce niente!
  • Un qualunque testo di uno scrittore italiano. Non è una scrittrice.
  • Brano di Carolina Invernizio. Al ministero si sono svegliati e si sono accorti che esistono le scrittrici, purché siano scrittrici d’appendice, dacché la donna è al massimo appendice dell’uomo.
  • Mario Luzi, Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini. Una decina di anni dopo la poesia di Giorgio Caproni, si osa qualcosa di posteriore alle vacche sacre Montale, Ungaretti, Saba, Quasimodo. L’importante è che ci sia il sacro e che si resti al XIV secolo di Simone Martini.
  • Benedetto Croce, Manifesto degli intellettuali antifascisti. Come si lava la coscienza chi ha il busto del duce in salotto? Propone il testo di Croce, lodevole per carità, tanto che i fascisti se lo tennero buono per un ventennio il buon Benedetto, così da poter dire al mondo “in Italia non si può dire quel che si pensa? E Croce? Non è forse libero di dir quello che vuole?” Ma sì, facciamo il sacrificio di offrire Croce, l’importante è che Gramsci resti in galera.
  • Primo Levi, Se questo è un uomo. Una shoah musealizzata per non ricordare i genocidi di oggi.
  • Toni Negri, Impero. Credevamo che le idee di Toni Negri fossero morte già prima che lui andasse ad aggiungersi al numero dei più. Invece qualche nostalgico si eccita a sentir l’odore delle bombe molotov, purché siano gli altri a lanciarle mentre si applaude loro dalla poltrona del proprio salotto.
  • Intelligenza artificiale. Nella più spudorata adesione all’esistente, ecco il tema che tutti si aspettavano e che avranno preparato con l’ausilio di ChatGPT nascondendolo nello smartwatch o, più tradizionalmente, nel reggiseno o nelle mutande. La traccia invita a considerare i possibili pericoli e gli innegabili vantaggi dell’intelligenza artificiale e bla bla bla… Forza! Scriviamo che le tecnologie sono neutre e che dipende solo dall’uso che ne facciamo.
  • Ambiente. Traccia che invita a riflettere sui comportamenti virtuosi per limitare il proprio impatto ambientale. Dove lo hanno pensato questo tema? Probabilmente nel consiglio d’amministrazione di qualche multinazionale. Insegniamo fin da bambini e insistiamo fino alla fine dei cicli scolastici con l’idea che i comportamenti virtuosi possono invertire la rotta catastrofica su cui stiamo precipitando, l’importante è scaricare le responsabilità sui singoli cittadini, anzi consumatori.
  • Traccia sull’ambiente che invita a riflettere sulle politiche virtuose per limitare l’impatto ambientale. Che i cittadini non si sentano mai chiamati in causa in prima persona! Nell’epoca dell’astensionismo politico vince sempre la delega, sono gli altri che devono prendere delle decisioni di cui noi dobbiamo essere gli esecutori.
  • Traccia sull’omofobia. Con qualche secolo di ritardo di ritardo al Ministero si accorgono dell’omofobia. Dai, che tra qualche decennio si accorgeranno della transfobia, dell’aracnofobia, della fotofobia, della mastofobia. Nel frattempo hanno in testa solo gli omosessuali maschi perché si divertono tanto a pensare alle checche fru fru fru da avanspettacolo.
  • Violenza di genere. In un capovolgimento delle responsabilità si chiede ai candidati di riflettere sui comportamenti e le azioni che possono arginarla. In altre parole si insinua che le donne provocano gli uomini e quindi devono starsene buone, possibilmente non uscendo da sole e non indossando la minigonna.
  • Patriarcato. Un bell’esercizio di retorica sull’inesistente. Ci sono l’aborto, il divorzio, le leggi sulla maternità, le donne premier perfino in Italia, ma si è deciso che siamo sotto il tallone del patriarcato. Il patriarcato esiste nella testa di coloro che ne sentono la mancanza.

I radicali. Non vanno dimenticati coloro che si collocano su posizioni estreme.

  • L’esame di maturità andrebbe abolito. Questo inutile carrozzone che ogni anno dilapida milioni di euro non fa che certificare delle promozioni già preventivamente decise, quindi basta sprechi e basta con il 99,99% di promossi.
  • Se non vogliamo abolire del tutto l’esame di maturità, almeno aboliamo quel vacuo esercizio di retorica che è il tema. Evitiamo agli adulti di domani l’umiliazione di scrivere parole il cui unico obiettivo è quello di suscitare il moto di approvazione dei commissari d’esame. Avranno tutta la vita davanti per diventare conformisti.
Carlo Emilio Gadda davanti alla sua libreria piena di temi da correggere

3 pensieri riguardo “Maturità 2026: commenti preventivi.

  1. Sei riuscito a essere più disgustato e lagnoso di quanto sarà il Raimo 95enne 🤣🤣

    PS: Prometto che ci penso, ma non sono sicuro che sia utile abolire l’esame. Temo che potrebbe costituire un ulteriore bamboccionamento rispetto a quanto stiamo già facendo con adolescenti e giovani, che vogliamo tutti “ragazzi” fino a 50 anni. Concordo, d’altro canto, sul fatto che la promozione di massa cozzi con l’eventuale ruolo formativo della Prova. Ignoro se possiamo operativamente permetterci di bocciare almeno chi poi scriverà “se ne andò ha casa” all’esame di Stato da avvocato [cit.]

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