E se fosse una presa per i fondelli? La petizione di “Studente maturando”.

Non sono riuscito a risalire alla data esatta del lancio della petizione, ma oltre un mese fa le firme erano già arrivate a 25000, mentre nel momento in cui scrivo si è giunti a 43998, che non è certo un gran numero. Sto parlando della petizione lanciata da “Studente maturando” e diretta al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Ieri mi son deciso a leggerla e oggi la infliggo ai miei lettori:

Noi studendi maturandi chiediamo l’eliminazione delle prove scritte agli esami di maturità 2022, poiché troviamo ingiusto e infruttuoso andare a sostenere degli esami scritti in quanto pleonastici, i professori curricolari nei cinque anni trascorsi, hanno avuto modo di toccare con mano e saggiare le nostre capacità. Inoltre abbiamo passato terzo e quarto anno in DAD, penalizzandoci, distruggendo parte delle nostre basi che ci sarebbero dovute servire per gli esami. L’ulteriore stress di esami scritti remerebbe contro un fruttuoso orale indispensabile come primo passo verso l’età adulta. Sicuri di un suo positivo riscontro le porgiamo i più cordiali saluti.

Studente maturando

Non entro nel merito dei contenuti e, per esprimere il mio disaccordo, mi limito a riportare le parole di Luca Serianni, con il quale, un’altra volta, mi trovo d’accordo nella sostanza e nella forma priva di retorica: «Scrivere è fondamentale perché un tema argomentativo, come è quello tipico dell’esame di Stato, allena a capire ciò che si legge e a strutturare il proprio discorso in modo convincente: requisiti fondamentali per i diciottenni che, con la maggiore età, raggiungono un traguardo non solo giuridico, ma psicologico» (“La Repubblica”, 23 novembre 2021, purtroppo con il titolo più demente che demenziale “Nessuno tocchi il tema” in cui sono messe tra virgolette parole mai pronunciate da Serianni). Inoltre, «da tempo il tema di italiano non è più fondato sulla conoscenza delle discipline, ma sulla capacità in chi lo svolge di collegare i saperi acquisiti, anche alla luce delle proprie esperienze e curiosità intellettuali: contano il rispetto dei fondamenti grammaticali e la padronanza di un lessico adeguato, certo, ma soprattutto l’impostazione e lo svolgimento di un’argomentazione». Amo questa lucidità, vergine di quella fanfaronaggine di chi, nella fascia di età che va dai 40 ai 70 anni vanta la durezza del proprio esame di maturità che dal 1969, in una sperimentazione durata 30 anni, è consistito in due scritti e un orale su due materie, una delle quali scelta dal candidato e l’altra quasi.

Molti, Serianni compreso, son rimasti colpiti dalla lingua approssimativa dell’appello. Posso divertirmi a notare che dopo “pleonastici” la virgola è l’unico segno di punteggiatura che proprio non ci sta; oppure rilevare lo splendido “penalizzandoci” che insinua l’idea che gli studenti si penalizzino da soli; o ancora apprezzare l’ardita metafora dello stress che rema.

Viene il sospetto che la petizione sia una goliardata partorita al termine di una serata alcoolica, senza neppure rileggere ciò che dovrebbe muovere a compassione il ministro. Come spiegare altrimenti gli studendi che appaiono già alla seconda parola?

6 pensieri riguardo “E se fosse una presa per i fondelli? La petizione di “Studente maturando”.

  1. A me purtroppo pare di aver colto un’apertura del ministro in tal senso o quantomeno in un senso analogo (abolizione degli scritti alla Maturità di quest’anno). Ma forse ho capito male.

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      1. Il problema, latente o patente, è con noi da molti decenni. Alla fine degli anni Novanta i miei amici universitari del settore umanistico (!) cominciarono a segnalarmi l’arrivo cospicuo di studenti che non avevano sostanzialmente mai scritto un tema e che al momento della Tesi magistrale dovevano cercare assistenza. La situazione si è aggravata nell’ultimo quarto di secolo, allorché l’avvento del www e l’armamentario multimediale hanno fatto intravedere modalità di apprendimento frettolosamente scambiate per più evolute solo perché nuove. I francesi e gli americani, per dir solo di loro ma non è poco, già da dieci anni hanno abolito a scuola la scrittura corsiva, che pure sembra (dico sembra) correlarsi con lo sviluppo di strutture cognitive essenziali. In università anche di livello, e in tutto l’Occidente, i ragazzi si masterizzano e dottorizzano mettendo solo crocette negli esami “scritti”. L’idea che, in matematica come in greco, in filosofia come in machine learning, possa essere quasi impossibile imparare davvero senza mettere le cose per iscritto, sta svanendo.

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