Io lo avevo già scritto due anni fa. Ha un bel dannarsi l’anima Matteo Salvini a candidare il muscolare generale Vannacci. È ammirabile Giorgia Meloni “you can call me Giorgia” che invita alle scritte confidenziali sulla scheda elettorale. Che sbraiti Sgarbi cercando un’altra casa partitica, che sudi Renzi a candidarsi. Tanto, anche passato a miglior vita, Berlusconi continua ad essere presidente e lo troviamo sui manifesti non come banale padre ispiratore – quello saprebbero farlo anche Gramsci, De Gasperi e Pannella – ma proprio come presidente in pectore.
Che poi alle elezioni di giugno si voti per eleggere gli europarlamentari e non un presidente, non conta; conta solo Berlusconi, nella sua senile ma giovanilissima mise senza colletto sotto la giacca e scritto al centro del simbolo logo elettorale affollato di partiti (o è sempre lo stesso partito, non lo so).
Ancora una volta omnia vincit amor. Non è da escludere che, mantenuta segreta dai notai, esistesse una postilla testamentaria che, con un ricatto posto agli eredi del partito, prevedesse già questi manifesti: io vi lascio qualche milioncino per far sopravvivere il partito, voi continuate a usare il nome di Forza Italia. Altrimenti i milioncini verranno divisi tra Dell’Utri e Fascina.
L’unica cosa che non capisco è perché sul manifesto non si parli anche di partito dell’amore. Forse i diritti sono rimasti a Cicciolina e ai familiari di Moana Pozzi.
Il ballo dei Zanzoni 
Secondo me vale la teoria della postilla testamentaria.
E Vannacci è solo di un ε più scandaloso della candidata Hammerbande e NEET quarantenne. (Anzi, a ben pensarci, Vannacci proposto da Salvini è meno scandaloso della finta maestrina proposta dalla sinistra).
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La somiglianza tra i destini di Berlusconi e Ron L. Hubbard (il fondatore di Dianetics che ha continuato a dirigere anche dopo il suo decesso tramite medium) è ormai inquietante.
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Ecco, questa è una spiegazione
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Dicevo: questa è una spiegazione convincente, una relazione medianica.
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Personalmente non credo che sia stata una richiesta di Berlusconi; è che il suo partito, senza di lui, non ha nessuna forza, Tajani sembra uno che viaggia senza navigatore e non ha idea di dove si trovi.
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