Foucault, la peste e gli orsi

Cinque giorni fa ho letto un passo da Sorvegliare e punire di Foucault e mentre leggevo provavo una sensazione che definirei di falsità: “No, questa cosa che sto leggendo non è vera”.
Il rigore, se non morale almeno scientifico, avrebbe voluto che io fossi andato in biblioteca a controllare l’esattezza della citazione, ma il blog in cui ho letto le parole di Foucault è affidabile, non è di quelli che riportano parole distorte o che attribuiscono a Bukowski ciò che ha scritto Tertulliano, quindi prendo per buona la citazione. Lo stesso rigore etico e disciplinare avrebbe dovuto indurmi a un giudizio più sfumato, ma ho preferito seguire la reazione viscerale, confidando nell’attendibilità dei miei organi digestivi ed escretori.

Alla peste risponde l’ordine. La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della malattia, che si trasmette quando i corpi si mescolano; quella del male che si moltiplica quando la paura e la morte cancellano gli interdetti. Esso prescrive a ciascuno il suo posto, a ciascuno il suo corpo, a ciascuno la sua malattia e la sua morte, a ciascuno il suo bene per effetto di un potere onnipresente e onnisciente che si suddivide, lui stesso, in modo regolare e ininterrotto fino alla determinazione finale dell’individuo, di ciò che lo caratterizza, di ciò che gli appartiene, di ciò che gli accade.

Michel Foucault, Sorvegliare e punire

La peste ha ispirato molte pagine tra le migliori della letteratura – Omero, Sofocle, Boccaccio, Manzoni, Camus – ma non son sicuro che in queste righe Foucault ci dicano qualcosa di rivelatore. Dopo la reazione di pancia ho pensato che queste parole potrebbero applicarsi a tante altre minacce, così ho fatto delle prove. Naturalmente ho tralasciato le altre malattie, perché sarebbe stato scontato e anche di cattivo gusto, sostituire la peste con l’AIDS o con il Covid.

Possiamo provare con i terremoti:

Al terremoto risponde l’ordine. La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della promiscuità, che si diffonde quando le macerie si mescolano; quella del dolore che si moltiplica quando la paura e i muri crollati cancellano gli interdetti. Esso prescrive a ogni casa il suo posto, a ciascun quartiere la sua strada, a ciascuno il suo indirizzo e la sua morte, a ciascuno il suo bene per effetto di un potere onnipresente e onnisciente che si suddivide, lui stesso, in modo regolare e ininterrotto fino alla determinazione finale dell’individuo, di ciò che lo caratterizza, di ciò che gli appartiene, di ciò che gli accade.

Foucault, remix 1

Oppure possiamo provare con una fissazione di alcuni mesi fa dell’attuale governo:

Ai rave risponde l’ordine. La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della musica, che si trasmette quando i corpi si mescolano; quella del movimento che si moltiplica quando l’abbandono e la sfrenatezza cancellano gli interdetti. Esso prescrive a ciascuno il suo compagno di ballo, a ciascuno il suo corpo, a ciascuno il suo movimento codificato e la sua morte, a ciascuno il suo bene per effetto di un potere onnipresente e onnisciente che si suddivide, lui stesso, in modo regolare e ininterrotto fino alla determinazione finale dell’individuo, di ciò che lo caratterizza, di ciò che gli appartiene, di ciò che gli accade.

Foucault, remix 2

Anche uno degli argomenti del giorno potrebbe funzionare:

Agli orsi risponde l’ordine. La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della bestialità, che si trasmette quando i corpi si azzannano; quella del male che si moltiplica quando la paura e la morte cancellano gli interdetti. Esso prescrive a ciascuno il suo bosco, a ciascuno la sua casa, a ciascuno la sua specie biologica e la sua morte, a ciascuno il suo bene per effetto di un potere onnipresente e onnisciente che si suddivide, lui stesso, in modo regolare e ininterrotto fino alla determinazione finale dell’individuo, di ciò che lo caratterizza, di ciò che gli appartiene, di ciò che gli accade.

Foucault remix 3

Forse ho applicato il principio di falsificabilità di Popper ipotizzando che le parole di Foucault si possono applicare a qualsiasi argomento e quindi non hanno un vero e proprio valore conoscitivo; o forse sono solamente un cialtrone.

Forse manifesto solamente insofferenza non verso Foucault, ma verso i suoi epigoni, a quelli che lo applicano a tutto così come usa fare in quella corrente di pensiero che alcuni anni fa è stata spiegata efficacemente da Barbara Carnevali, che ha parlato di Theory, cioè

quella specie di scolastica postmoderna nota a chiunque insegni una materia umanistica all’università: un amalgama di idee e formule di varia provenienza disciplinare (prevalentemente filosofia, psicanalisi e sociologia), estratte da un canone di autori disparati ma accumunabili in una generica postura radicale (Marx, Nietzsche, Lacan, Foucault, Deleuze, Bourdieu, Agamben, Said, Spivak, Butler, Žižek, l’onnipresente Benjamin, l’uscente Derrida, la new entry Latour…), fuse in un solo crogiolo e ridotte a un’agenda tematica angusta: il potere, il bios, il genere, il desiderio e il godimento, il soggetto e le moltitudini, la coppia dominanti-dominati, il capitale e lo spettacolo, etc.

Barbara Carnevali

Qualcuno potrà dire che il mio giochetto in fondo dimostra che le parole di Foucault sono così appropriate che possono applicarsi a tanti campi diversi; altri potranno dirmi che non si addossano a Foucault le colpe dei propri seguaci, però…

Il malvagio potere contro la dionisiaca peste

3 pensieri riguardo “Foucault, la peste e gli orsi

  1. Ecco, su questo ci dovrei riflettere a lungo. Ho letto Sorvegliare e punire, e lo trovo un libro veramente illuminante. Non condivido tutto quello che pensa o dice Foucault, ma senza dubbio la sua analisi di una “società della sorveglianza” sono molto appropriate e attuali!

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    1. Sicuramente è un libro importante, ma io sono stato un po’ cialtrone e ne ho parlato senza averlo mai letto (abbiamo tutti le nostre lacune, i libri sono tanti e il tempo non è infinito). Però, leggendo quel passaggio una vocina mi diceva “ma allora la peste sarebbe meglio delle misure per contenerla?” È una banalizzazione, è vero, però, però.

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      1. Non ho mai letto Focault. Leggo in giro che oggi viene un po’ ridimensionato rispetto a qualche decennio fa. Credo vada, almeno nel mio caso, letto prima di parlarne. La tua provocazione alle sue parole la accolgo, pero’ è anche vero, che un sufficiente distacco dalla fine della fase cruciale della pandemia, possa anche solo prendere la frase senza remix di MF e far aprire una seria riflessione razionale su quello che è accaduto in Italia e sulle scelte adottate a livello centrale.

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