Recensione. L’autobiografia di Casalino

Per la serie “non l’ho letto e non mi piace” (Vanni Scheiwiller e pure Giorgio Manganelli), apprendo dalla homepage di Repubblica che la pandemia ha bloccato l’uscita dell’autobiografia del sagace Rocco Casalino, portavoce del Presidente del Consiglio.

Poteva andar peggio: poteva uscire.

Non tutto il male vien per nuocere.

Le foreste ringraziano e noi ci godiamo questo bel bicchiere mezzo pieno.

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10 pensieri riguardo “Recensione. L’autobiografia di Casalino

  1. Penso a quale travaglio interiore, a quali vani sforzi taluni personaggi devono sottostare prima di inevitabilmente soccombere alla insostenibile pressione di una autobiografia che dalle loro viscere deve assolutamente uscire e non può proprio più essere trattenuta, pena un tangibile rischio della loro stessa vita.

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  2. Non è un po’ giovane per un’autobiografia?
    “”Le autobiografie in senso stretto saranno le scritture nelle quali compare la volontà di decifrare attraverso gli eventi e la loro interpretazione un disegno cioè l’itinerario di una vocazione, predestinazione o adempimento.” (F. Fortini, Ventiquattro voci per un dizionario di lettere)
    All’ultimo momento, al Casalino gli è venuto meno l’adempimento; gli è svanito fra le dita e ha mandato tutto in vacca.
    Troppo precipitoso: l’autobiografia gli è stata invalidata dal più recente evento.

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  3. Ho cercato il personaggio su Wikipedia (in quegli anni mancavo dall’Italia, mi sono persa un tot di cose). Se non sbaglio Cavallo Pazzo aveva parecchio da raccontare anche solo per i primi vent’anni (e forse aveva il presentimento che doveva sbrigarsi) 🙂

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