Didattica a distanza, ansia dei voti e altri pensieri sulla scuola

Da alcuni mesi un articolo che avevo scritto un anno fa sulla correzione dei temi di italiano è diventato il pezzo più consultato del mio blog. La cosa mi fa piacere e inizialmente mi aveva stupito, poi ho capito che per qualche strana ragione il mio scritto è balzato nella prima pagina di Google quando si digitano chiavi di ricerca sulla correzione dei temi. La cosa mi fa piacere – dicevo – perché avevo concepito il mio intervento come uno strumento di servizio, una guida agevole alla correzione dei temi che potesse essere utile sia per gli insegnanti sia per gli studenti. Naturalmente non avevo inventato niente, non facevo altro che mettere insieme, in forma credo non pedante, alcuni principi che dovrebbero essere scontati per gli insegnanti, facendo esempi molto concreti di errori tipici degli studenti. Va da sé che esistono centinaia di libri e di pagine internet che scendono molto più nei dettagli, tuttavia, se posso vantare un merito di quel che ho scritto, io credo che stia nella pochissima rilevanza che do all’assegnazione finale del voto numerico. In altre parole mi sono occupato di valutazione senza farla coincidere con l’assegnazione di un numero.

Ma che cosa avranno in mente le persone che digitano le seguenti chiavi di ricerca, le uniche che WordPress mi permette di vedere perché le altre – non so se questo dipenda dal fatto che ho un profilo base gratuito – mi restano ignote:

  • frasario per la correzione dei temi scuola media
  • commenti per correzione temi
  • se in un tema si sbaglia il tempo verbale che voto mettere?
  • criteri per correggere un tema
  • cosa vuol dire nella correzione di un tema xl xpx
  • correzione temi: fuori traccia
  • io scrivo un tema e tu lo correggi
  • si puo correggere tema mandato via mail ?
  • correzione tema in italiano
  • foglio per tema 1media
  • come valutare un compito di italiano
  • correggere temi
  • restituzione tema o correzione tema
  • valutare un tema scolastico
  • correzione tema italiano
  • giudizi maestra per un testo
  • giudizi maestra ad un tema
  • giudizi per valutare il tema da un punto di vista del contenuto

È verosimile che la maggior parte delle persone dopo aver aperto la mia pagina non prosegua nella lettura e vada a cercare altro, così come è anche possibile che molti cerchino dei suggerimenti per “dare un voto”. Non è poi un caso che, nell’ultimo mese in cui il modo di fare scuola è stato rivoluzionato, gli accessi al mio articolo si siano moltiplicati, ma il mio timore è che tanti vadano alla ricerca della risposta alla domanda “come faccio a dare un voto a un tema scritto da casa?”

Ne sarei molto dispiaciuto, così come sono dispiaciuto dell’ansia che molti insegnanti hanno di dover dare voti, fare verifiche. Probabilmente questi insegnanti sono tra quelli che da ieri sono caduti nello smarrimento alla notizia – diciamo seminotizia – che non ci sarà l’esame di terza media. E, peggio ancora, tutti gli alunni saranno promossi. Oddio! Ecco allora alcune riflessioni su comportamenti scolastici che, per quanto non sempre mi abbiano stupito, ho trovato avvilenti.

Quelli che parlano sempre dell’esame. Ho la fortuna di lavorare con un’ottima équipe di insegnanti. O meglio: non si tratta solamente di fortuna, ma di qualcosa che ci siamo costruiti nel corso degli anni. Insegno in una succursale che comprende due sezioni distribuite su tre piani: al primo piano una classe; al secondo 4 classi più un’aula per il sostegno, il microscopico bagno degli insegnanti e il bagno per gli alunni (tre turche che devono bastare per circa 135 alunni); al terzo piano un’ultima classe, l’aula insegnanti, un’aula computer con una LIM e dei computer con monitor a tubo catodico e sistema operativo Windows XP (sistema che non riceve più aggiornamenti dall’8 aprile 2014); uno sgabuzzino in cui le bidelle si cambiano e un altro sgabuzzino in cui si depositano i detersivi e il materiale da smaltire come una fotocopiatrice rotta, monitor e pc inservibili, vecchi fax, un ciclostile. I corridoi non esistono. La palestra è in sede a 5 minuti di cammino e i 30 moduli delle mattine devono servire 16 classi di scuola media tra sede e succursale, senza contare che le classi delle elementari devono far ginnastica pure loro. In uno spazio così compresso è inevitabile incontrarsi e quindi abbiamo pensato che collaborare sia meglio che venire alle mani tra insegnanti. L’abitudine al confronto ci sta aiutando in questo periodo in cui stiamo cercando prima di tutto di fare scuola, raggiungere i ragazzi, andare a ripescare quelli che hanno meno mezzi, quelli che approfittano della situazione per fare meno del solito, quelli che misteriosamente hanno il microfono non funzionante ogni volta che si chiede loro qualcosa. Ci siamo naturalmente interrogati sulla questione delle valutazioni, anche di quelle numeriche, di quelle che andranno sulla pagella, ma per noi valutare prima di tutto ha significato correggere i loro errori per cercare di far capire loro dove stanno sbagliando. Ha anche significato fare appello al loro senso di responsabilità, perché lavorando da casa è inevitabile che le possibilità di barare e di nascondersi aumentino. So però quello che accade in altre scuole, a cominciare da quella della mia figlia di mezzo che sta frequentando la terza media, e ho percepito una notevole ansia da esame: professori che vi fanno riferimento in continuazione per sollecitare i ragazzi a non fare rumore durante le lezioni su Meet o Zoom, professori che organizzano verifiche e interrogazioni a ritmo serrato, professori che considerano degradante il fatto che quest’anno tutti gli alunni saranno promossi. Io esigo che gli alunni mi consegnino i compiti e che possibilmente siano puntuali nel rispettare le scadenze e in cambio cerco di restituire loro delle correzioni il più possibile personalizzate, ma mi sembra a dir poco miope pensare che tutto possa continuare normalmente, ammesso che la precedente normalità fosse il modo migliore di lavorare.

Quelli che i ragazzi stanno facendo vacanza. C’è chi pensa che non sia giusto far le vacanze di Pasqua, perché molti degli alunni si stanno regalando una lunga vacanza. E poi che cosa dovrebbero fare? La gita di Pasquetta? Di fronte a opinioni del genere devo far fatica a non dir parolacce, anzi mi trattengo persino dall’ironizzare e dal dire “pensa che bello se dopo avere rotto l’uovo di Pasqua dovessero collegarsi per vedere la tua bella faccia. Pensa alla gioia di interrompere le mangiate di colomba e di pastiera per collegarsi con il prof o con la prof.” Ma a chi esprime idee del genere viene in mente vagamente quanto sia logorante questo periodo per i nostri alunni? Lo si riesce a fare un minimo sforzo di immedesimazione, di – usiamo una parola grossa – compassione, per andare oltre all’apparenza e capire che non è il massimo per i ragazzi stordirsi di giochi online e serie tv? Quando ero in terza media il grande sacrificio che ho dovuto fare è stato non mangiare verdura a foglie larghe e bere latte a lunga conservazione per il fall-out radioattivo dopo l’incidente di Černobyl′, un ben misero sacrificio rispetto a quello che stanno compiendo i nostri alunni, magari con nonni che muoiono, genitori con polmonite e altre cose allegre da vacanza.

Quelli che la didattica a distanza non è un obbligo. Sembra incredibile, ma la posizione dei sindacati qualche settimana fa è stata sostanzialmente questa, al netto delle varie sottigliezze e distinguo. E non posso far altro che dire che noi insegnanti ci meritiamo davvero la più bassa stima sociale, e il modesto stipendio, di fronte a uscite del genere.

La schermata diventata familiare a tanti colleghi e alunni

5 pensieri riguardo “Didattica a distanza, ansia dei voti e altri pensieri sulla scuola

  1. Un bel post, grazie. Aggiungo solo che, come docente, percepisco una grande paura nei miei allievi. Si aggrappano alle regole del governo con un’ansia spaventosa. Ho cambiatoil mio orario, d’accordo con loro e con i colleghi, per consentire che mangino insieme ai genitori -sono già tutti troppo soli per pranzare in una cuicna deserta alle 14.30. Sento certe osservazioni sulle vacanze e penso che durante la guerra si sono concesse lauree ed esami di Stato in auotomatico: e questa non è una guerra forse?

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