Consigli per ammazzarsi di fatica la prossima estate (1) – La corona della Val Sapin

Alcuni giorni fa è arrivata una mail non inaspettata dai Valle D’Aosta Trailers: il Gran Trail Courmayeur, la gara da 100 km e 7900 metri di dislivello positivo che avrei dovuto correre l’11 luglio, è stato annullato. Dopo qualche giorno è arrivata un’altra notizia, quella dell’annullamento della Monterosa Sky Marathon che si sarebbe dovuta tenere il 20 giugno e che inizialmente era stata rinviata a luglio nella speranza che la situazione di emergenza in Italia si risolvesse. Per me, che corro pochissime gare all’anno, in fondo non è un gran cambiamento, però dispiace.
Il Gran Trail Courmayeur sarebbe stato il mio ritorno alla tripla cifra dopo quasi sei anni, perché dal mio ultimo UTMB del 2014 non ho mai più corso gare da 100 km e oltre; con la Monterosa Sky Marathon, della quale ho ampiamente raccontato, avevo un conto in sospeso, perché l’anno scorso io e Andrea fummo bloccati all’ultimo cancello orario in discesa.
Pazienza, l’anno prossimo cercherò di preparare le due gare alla grande, ci tengo parecchio.

Nel frattempo, come sarà per noi appassionati della corsa sui sentieri l’estate del 2020? Senza gare, certo, ma i sentieri e le montagne non spariranno, quindi, sperando di potersi muovere con un po’ più di libertà, è il momento di progettare qualche bel giro sulle montagne della Val d’Aosta e del Piemonte, sperando di poter uscire dalla Liguria, che è bellissima – va bene – ma d’estate è anche molto calda e non mi permette di muovermi in quello che è il mio ambiente prediletto, la montagna sopra il limite dei boschi, cioè sopra i 2000-2200 metri, ma possibilmente anche oltre, oltre il limite dei rododendri e dei pascoli, dai 2500 metri in su. Ho allora pensato di scrivere alcuni pezzi per suggerire degli itinerari belli, molto belli, per macinare chilometri e dislivello e, soprattutto, per godersi degli ambienti grandiosi. Proporrò dapprima itinerari già sperimentati, poi ipotizzerò dei progetti, alcuni dei quali girano nella mia testa da molti anni. Riuscirò a ripetere qualcuno di questi giri o a realizzare uno dei progetti? Lo spero.

Vi avverto che non troverete sempre dati precisi su km, dislivello, tracce gps e neppure descrizioni accurate da guida escursionistica: per quelle ci sono i libri e le cartine, ma qualche consiglio di quelli giusti spero di darlo.

Vi avverto ancora: non sono consigli da tecnico, da allenatore che vi consiglia come preparare la stagione, come programmare gli sforzi in previsione di un’auspicabile grande gara autunnale. No, non sono capace di far queste cose, o al massimo sono capace di farle per me, ma non per gli altri.

Corona della Val Sapin. Rispetto un minimo di gradualità e come primo itinerario propongo un giro non estremo, di per sé sarebbe una bella gita da un giorno su sentieri molto noti sia a chi frequenta Courmayeur, sia a chi ha corso l’UTMB, il Tor, il Gran Trail Courmayeur e, soprattutto, l’Arrancabirra. Anzi, questa è praticamente l’Arrancabirra al contrario. Perché al contrario? Perché io feci così il 18 luglio 2014, giornata splendida, come vedrete dalle mie (modeste) foto.
Partito da Verrand verso le 6.30 del mattino, dopo aver attraversato Courmayeur fino alla chiesa, ho preso la strada per il Villair superiore, dove si può riempire la borraccia in uno dei lavatoi che si incontrano lungo la salita. Il sentiero è famosissimo, è quello dell’UTMB e non ci si può sbagliare. Salite al rifugio Bertone e, se siete bene allenati, fatelo di corsa. Direi che riuscire a correre tutto questo sentiero senza mai andare al passo è un buon indice di forma fisica. Partendo presto non incontrerete nessuno, o quasi, fino al rifugio, dove incrocerete o supererete chi vi ha dormito.

A pochi minuti dal Bertone

Il momento in cui vi affacciate verso il Monte Bianco poco prima del Rifugio è sempre uno di quelli che dà un senso a un’estate intera.

Al rifugio potete riempire la borraccia, se non lo avete fatto prima, o se l’avete già bevuta.

A questo punto gli UTMBisti sentiranno l’istinto di proseguire verso il rifugio Bonatti, invece voi dovrete attaccare la salita molto ripida che porta al Monte della Saxe. Se qui riuscirete a correre, sarete molto in forma, ma se camminerete probabilmente andrete più veloci e consumerete meno energia. Continuate e quando arriverete prima della Testa Bernarda decidete se deviare sulla sinistra per salirvi in cima o se lasciarla da parte per arrivare sulla vicina Testa della Tronche, leggermente più alta (2584 m.).

Anche se siete di corsa, un paio di minuti per tirare il fiato e guardarsi in giro vale la pena di spenderli.

Dalla Testa della Tronche al sottostante Col Sapin la discesa è breve e ripida, ma sappiate che dopo la discesa sarà lunga e ripida, 400 metri di dislivello che si bruciano in pochi minuti e che bruceranno i vostri quadricipiti. Terminata la discesa, avrete un tratto di falsopiano verso sinistra. A seconda della stagione, potrete trovare qualche residuo di nevaio da attraversare, o qualche pendio di sfasciumi. Se vi dà fastidio, non dico il vuoto, ma il ripido, potreste non sentirvi a vostro agio, quindi sappiatelo e regolatevi sull’andare da soli oppure in compagnia. Arrivati nei pressi dei resti di una vecchia teleferica per pastori, il sentiero ricomincia a scendere e subito troverete un bivio: a destra si ridiscenderà in Val Sapin e si arriverà alla strada poderale che avevate cominciato a percorrere prima di imboccare il bivio per il Bertone, a sinistra invece allungherete un po’ il percorso per arrivare al bell’alpeggio di la Suche

Tanto per dare qualche tempo: se siete dei bravi discesisti – a questo proposito non posso essere modesto: io sono un bravo discesista – dalla Testa della Tronche alla teleferica si possono impiegare solo 20 minuti e altri 17 per arrivare alla Suche (così mi dicono gli orari rimasti sui file delle foto). Prima della Suche però troverete qualche breve tratto di risalita. Alla Suche troverete una fontana, tenete conto che, a meno che non decidiate di bere da un torrentello nel tratto tra la fine della discesa del Col Sapin e la teleferica, sarà dal Bertone che non troverete acqua.

Dai 1810 metri di La Suche si scende velocemente a Courmayeur. A seconda del punto del paese in cui dovrete rientrare, potrete dirigervi all’Ermitage e quindi a Plan Gorret e alla chiesa di Courmayeur, oppure, come feci io, potrete prendere la deviazione poco evidente che conduce a Pussey e da qui tornare al Verrand. Se in casa se la saranno presa comoda, arriverete per colazione e, se vorrete fare una sorpresa, potrete comprare le brioche dalla pasticceria Dolcevoglia.

Consigli tecnici. Il percorso misura circa 20 km e 1500 metri di dislivello. A chi corre per sentieri è inutile dire che è meglio partire presto. Io ho consigliato il giro al mattino presto, prima di colazione, però per farcela dovrete essere sicuramente in forma. Un’altra possibilità a mio avviso affascinante è quella di partire a pomeriggio inoltrato, diciamo alle 17-17,30 se si è in grado di mantenere un ritmo elevato. Vi dovrei dire, in questo caso, di portarvi dietro la lampada frontale in caso di emergenza, ma io in queste cose sono un po’ minimalista, anzi imprudente, e so già che non me la porterei per avere lo stimolo per arrivare a casa entro l’ora di cena. Fedele alla mia impostazione essenziale, in caso di bel tempo come quello del 18 luglio 2014 consiglio di portarsi solamente un antivento leggerissimo, mezzo litro d’acqua e una barretta. Tenete conto però che sui sentieri io bevo poco, mangio ancora meno (infatti la barretta tornò a casa) e non mi fermo praticamente mai, tanto che tutte le foto che scattai quel giorno furono un’eccezione rispetto alle mie abitudini. Oh, non è che non mi guardo in giro, solamente perché non mi fermo! Di conseguenza, se prevedete o temete di andare più lenti, portatevi pure due borracce, qualcosa in più da mangiare e uno strato in più per coprirvi, o, per lo meno, i manicotti.

P.S. Giornata grandiosa quel 18 luglio: All’ora di pranzo eravamo a Chamonix e alle 8 di sera nel posto più bello del mondo, il Col des Montets.

Per la seconda puntata clicca qui.

6 pensieri riguardo “Consigli per ammazzarsi di fatica la prossima estate (1) – La corona della Val Sapin

  1. Se vuoi aggiungere un po di dislivello si può risalire al traverso che va da suche a colle liconi, eventualmente salendo alla testa liconi con il relativo rifugio. Da lì con percorso tecnico e complicato si può scendere su tirecorn e quindi Courmayeur. Altrimenti dal col sapin puoi scendere nel vallone di armina, colle del battaglione aosta, planaval, colle liconi, suche, Courmayeur

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